Hai il papilloma virus? Ecco cosa succede davvero se fai sesso e quando è rischioso

L’infezione da papilloma virus umano (HPV) è estremamente diffusa e riguarda la maggioranza delle persone sessualmente attive nel corso della vita. Spesso la presenza del virus non è immediatamente riconoscibile, poiché può non provocare sintomi evidenti, ma la trasmissione è possibile già dai primi contatti, compreso il sesso orale e vaginale. Comprendere come si trasmette, quando è realmente pericoloso e quali sono le abitudini sicure è fondamentale per prevenire complicanze e tutelare la salute sessuale propria e del partner.

Trasmissione e comportamenti a rischio

Il papilloma virus si trasmette principalmente tramite contatto diretto della pelle o delle mucose durante rapporti sessuali di qualsiasi tipo: vaginale, anale e anche orale. La probabilità di infezione è altissima: si stima che tra il 70% e l’80% delle persone sessualmente attive entri in contatto almeno una volta nella vita con uno o più tipi di questo virus, mentre il 50% delle infezioni interessa ceppi considerati a potenziale oncogeno.

I comportamenti che aumentano il rischio di trasmissione sono:

  • Avere rapporti non protetti, anche solo orali o anali
  • Frequenti cambi di partner
  • Presenza di altre infezioni sessualmente trasmissibili
  • Sistema immunitario indebolito
  • Abitudini come il fumo e una dieta squilibrata

Il contatto ravvicinato, intenso e prolungato tra superfici mucose, come durante il sesso orale praticato a una persona con HPV, aumenta la possibilità di trasmettere il virus anche a livello della bocca e della gola. Il rischio non viene eliminato nemmeno con il preservativo, che riduce ma non annulla la probabilità di contagio, poiché il virus può trovarsi anche su aree non protette dal profilattico.

Cosa succede davvero dopo un rapporto sessuale

Contrarre l’HPV non implica necessariamente sviluppare sintomi o complicanze. Nella maggior parte dei casi il sistema immunitario è in grado di eliminare il virus spontaneamente nell’arco di 2-3 anni. Solo una piccola percentuale di persone infette sviluppa dei sintomi oppure, negli anni, complicanze più gravi come lesioni precancerose o tumori.

Le possibili conseguenze possono essere diverse a seconda del tipo di HPV:

  • Ceppi a basso rischio: causano verruche genitali dette anche condilomi, piccole escrescenze singole o a grappolo localizzate su pene, vulva, vagina, ano e, più raramente, bocca. Sono generalmente benigne e non dolorose, anche se possono provocare fastidio e prurito.
  • Ceppi ad alto rischio (ad esempio 16 e 18): responsabili di lesioni precancerose e carcinomi del collo dell’utero, del pene, dell’ano, della vulva, del cavo orale e della gola. Le infezioni oncogene decorrono spesso senza sintomi per anni, fino alla comparsa delle prime manifestazioni della malattia avanzata, come sanguinamenti vaginali anomali, dolore pelvico o durante i rapporti.

È importante evidenziare che per la trasformazione di una lesione in tumore sono necessari molti anni, e solo una piccola minoranza degli infetti progredisce fino a sviluppare un cancro.

Rapporti sessuali: rischi, prevenzione e gestione

Ricevere una diagnosi di positività all’HPV non obbliga, di norma, a interrompere l’attività sessuale. Tuttavia, è raccomandato informare il partner della propria condizione affinché anche lui/lei possa valutare test e controlli dedicati. In caso di relazione stabile, trasparenza e periodica sorveglianza sono le strategie più efficaci per prevenire complicanze.

Il rischio di trasmettere l’HPV può persistere per lunghi periodi, anche se si usano sistemi protettivi. Il preservativo riduce, ma non annulla, la probabilità di infezione reciproca, perché non copre tutte le aree cutanee e mucose esposte. La trasmissione può anche verificarsi tra partner monogami a distanza di anni dal contagio iniziale, considerata la lunga persistenza del virus in forma latente nell’organismo senza segni clinici apparenti.

Strategie di prevenzione

  • Sottoporsi regolarmente a Pap Test o ad altri controlli ginecologici/andrologici, fondamentali per individuare precocemente eventuali lesioni
  • Valutare la vaccinazione anti-HPV che ha dimostrato elevata efficacia nel prevenire infezioni dai ceppi più pericolosi
  • Condurre stili di vita sani, evitare fumo e curare l’alimentazione
  • Comunicare con franchezza con i propri partner e incoraggiarli a eseguire controlli

Diagnosi e monitoraggio dopo l’infezione

Poiché la maggior parte delle infezioni da HPV decorre in modo asintomatico, la diagnosi si basa quasi sempre su screening periodici. Il test più utilizzato è il Pap Test, in grado di ridurre di oltre il 70% il rischio di sviluppare tumori della cervice uterina se eseguito ogni 2-3 anni. Altri test specifici possono essere prescritti per persone di sesso maschile o per indagare localizzazioni particolari (come l’ano o la bocca).

Le lesioni benigne come le verruche genitali vengono trattate dal dermatologo o dal ginecologo con terapie locali, mentre le lesioni precancerose richiedono un follow-up stretto per evitare che possano degenerare.

Nei casi di infezione persistente, soprattutto da ceppi oncogeni, il medico può indicare procedure diagnostiche più approfondite, come la colposcopia, per valutare eventuali alterazioni precancerose del collo dell’utero o di altre mucose genitali.

Fattori che aumentano la vulnerabilità

Alcune condizioni facilitano la contrazione e la persistenza dell’HPV:

  • Sistema immunitario debole, come nei pazienti immunodepressi o in chi soffre di patologie croniche
  • Compresenza di altre infezioni genitali
  • Fumo di sigaretta e obesità
  • Alimentazione squilibrata

In queste situazioni, il virus può essere meno facilmente eliminato dal sistema immunitario e aumentare il rischio che le lesioni si trasformino in alterazioni precancerose o tumorali.

Infine, va sottolineata l’importanza di non sottovalutare la prevenzione primaria tramite vaccinazione, che rappresenta oggi il metodo più sicuro ed efficace per evitare infezioni da ceppi ad alto rischio.

La conoscenza, il controllo regolare e la responsabilità nei comportamenti sessuali sono elementi chiave per convivere in sicurezza con il papilloma virus e limitare significativamente il rischio di complicanze a lungo termine.

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